Non sono mai stata brava a fare i riassunti, mi son sempre sembrati una purga indigesta, quasi un contrappasso all’esistenza, come se qualunque esperienza diversa, memorabile per qualunque ragione, si dovesse poi scontare a pizzichi e bocconi di noia sulla carta, lontani anni luce dalla pienezza senza vincoli di quel che semplicemente ci succede.

Quindi non ci provo nemmeno a riassumere un’estate che è stata lunga e corta insieme, in cui la Sicilia ce la siamo goduta non più come una specie di intervallo nelle nostre vite di città ma come una promessa e una semina per un tempo più nostro.
Come dire che in una vita ideale vorrei farla durare da maggio ad ottobre questa estate siciliana, dividendomi come sempre tra lavoro e vacanza in un ‘alternanza del tempo che lì in campagna, come succede per molte altre cose, è più naturale.
Dunque che abbiamo fatto? Quest’anno molta campagna e un poco meno mare. Abbiamo cenato più volte in un tavolo allestito tra i filari dei limoni, abbiamo fatto progetti, acceso lucine e passato il tempo con gli amici. Cucinato caponata e anche qualche parmigiana in più del solito. Abbiamo messo via un sale speciale di cui riparleremo, condito tutto con le erbe di un orto officinale che ha funzionato a dovere e sognato un orto più grande a cui attingere a piene manciate.

Il primo fine settimana di agosto, come l’anno passato e come il prossimo e quelli a seguire, abbiamo organizzato un corso di fotografia di cibo En plein air, all’aria aperta cioè, cercando di addomesticare la luce naturale che in Sicilia ad agosto può essere dura assai, ma che comunque fa sempre un poco come vuole. Il risultato ci scalderà l’inverno, quando torneremo a lavorare in studio, con l’agio di gestire i tempi e i modi, ma con un poco di nostalgia per quella luce lì, tanta, esagerata e appunto naturale.
Se volete iscrivervi per l’edizione dell’anno prossimo potete sbirciare qui: https://officinacalycanthus.com/

Mi rimane da dire che avevo fatto l’esplicito proposito di non fare propositi e di non farmi promesse che di solito ogni autunno si infrangono contro la vita. Quella reale, quella dei lavori interminabili in casa, della rottura delle condutture dell’acqua nel palazzo, ma anche della luce che scema, dell’umore che fluttua, dei piedi che fanno fatica a rientrare nelle scarpe.
Quindi non farò promesse e non farò propositi ma mi azzardo comunque a dire che mi pare di iniziare l’anno con buone energie, con l’idea di ritrovare dei fili, e soprattutto di riannodarli con un nuovo sentimento in testa, quello del durare. Ne riparliamo, presto. Promesso!?

Qui lascio le istruzioni e soprattutto gli appunti per quella che è stata la nostra bibita dell’estate: un’infusione di buganvillea (sì, proprio lei!) che abbiamo convertito in limonata.