Succede ogni anno e questo non ha fatto eccezione. Faccio finta di non accorgermene e rimando finché proprio non posso più ignorarlo, quindi mi tuffo nel cambio degli armadi armata di tutte le buone intenzioni, finisco quasi per soccombere e alla fine ne esco stremata. Il giorno dopo immancabilmente piove, o in quell’altra stagione torna la canicola. 

Così mentre la casa rigurgida panni e incrocia le stagioni (con la lana che va a dormire e il lino che si sveglia tutto stropicciato) cerchiamo conforto in una zuppetta che è a metà, mezza calda, mezza fredda, tiepida insomma.

é facile, buona per tutto (e per tutti i climi), riealaborata a partire da una ricetta della Pilar (la nutrizionista del Fotografo) ed è soprattutto capace di consolare di quasi tutti gli sforzi, tranne quello di lasciar andare i vestitini di Anna dell’anno passato, ma davvero è cresciuta tanto?

La ricetta (di Pilar)
500 g di carote
1 cipollotto fresco grande
3 cucchiai di tahina
1 cucchiaino di curcuma in polvere o fresca
1 cucchiaino di pepe nero
la scorza di un limone non trattato
! tazza di latte vegetale

Lavare le carote, sbucciarle e tagliarle a pezzi regolari. Cuocerle  avapore per 5 minuti quindi metterle nel frullatore assieme alla tahina, il cipollotto, la curcuma, il pepe nero e la scorza di limone. Frullare aggiungendo poco per volta il latte vegetale e l’acqua di cottura fino ad ottenere la consistenza desiderata. Servire con acidulato di humeboshi,

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