Tra gli effetti collaterali di una cucina aperta ai libri e condivisa da ormai dieci anni (sigh!) ce ne è uno tremendo: l’impossibilità di ripetere. 

Intendiamoci non è che in questa cucina sparpagliata tra Barcellona e Roma non si cucini mai due volte la stessa zuppa, tutt’altro, abbiamo abitudini e fissazioni, epoche di ripetizione ad oltranza, ma è pur vero che c’è sempre lì a far capolino un piccolo, breve e pungente senso di colpa.

Questo lo abbiamo già fatto, devo inventarmi qualcosa di nuovo.
Ma le ricette sono tante oramai, viene la vertigine solo a pensare di contarle tutte e noi ci facciamo a tratti nostalgiche a tratti scanzonate: forse è arrivato il tempo di ripetere, di rimettere i piedi nelle vecchie orme e di vedere che c’è di nuovo.

Così  Marie aveva trovato le fave fresche al mercato e dovendo mettere in piedi la cena per il Fotografo (che negli anni si è fatto pieno di esigenze…) ha ripescato l’idea del macco di fave. La stagione è la sua, sebbene il macco in Sicilia si faccia pure tutto l’anno utilizzando le fave secche, il problema è stato invece il finocchietto, impossibile da trovare a stretto giro, a meno di non uscire a strapparlo a mano in una delle campagne che circondano Roma, e che anzi le stanno dentro.
Marie, che non si scoraggia, ha scovato in terza fila nella dispensa un barattolino di finocchietto secco, tesoro prezioso che conserva tanto e tanto profumo.

Quel che Marie non si ricordava (chissà perché…) era quanto possa essere noioso pulire delle due pellicine 2 kg di fave!
Anche per questo, forse, è utile tornare sui propri passi.

La ricetta è tratta  dal nostro primo libro, La cucina siciliana, Guido Tommasi editore con qualche variazione
500 g di fave fresche sgranate e private delle due pellicine (calcolate circa 2 kg di fave con la buccia)
3 cipollotti
1 mazzo grande di finocchietto selvatico (oppure finocchietto secco)
4 cucchiai di olio extravergine di oliva + quello per servire
sale

Fate rosolare i cipollotti finemente tritati con l’olio extravergine di oliva, quando saranno traslucide unite le fave e coprite con acqua fredda, lasciate cuocere dolcemente e quando i legumi saranno morbidi e tenderanno a disfarsi schiacciateli (“maccateli”) o frullateli.  Portate in tavola con un filo di olio extravergine a crudo e abbondante finocchietto.

Nota: se avete invece la fortuna di avere a disposizione il finocchietto fresco, lessatelo brevemente e usate l’acqua di cottura come brodo per cuocere le fave.

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