In cucina, e forse nella vita, sarebbe il caso di scordarsi i mai, i neanche per sogno, i non io! Perché la nemesi è sempre dietro l’angolo e dopo la torta giraffa siamo arrivati a quella unicorno.
Ricordo perfettamente di aver detto più volte che io con la cucina figurativa ho delle difficoltà serie: tutto ciò che assomiglia a ciò che non è, ogni cibo mascherato dolce o salato mi ha provocato prurito. Poi succede che si cede lentamente pensando che al fondo cosa sarà mai, che c’è sempre una strada personale anche nella copia e nel fac-simile, ma sono solo scuse la verità è che ci sono richieste a cui è difficile (impossibile) dire di no.
Maria è la migliore amica di Anna, condividono la stessa classe di Leoni e Leonesse, i pomeriggi al parchetto, litigate furibonde e slanci emotivi senza paracadute. Si salutano il venerdì come se il tempo del week end fosse una traversata oceanica dall’incerto ritorno, si tengono per mano, si scambiano cose e segreti, sono diverse ed uguali. Amano alla follia gli unicorni.
Come fosse una grande sterminata prateria stiamo attraversando in questi mesi la stagione degli unicorni. Dicono che passerà, ma per ora los unicornios sono il massimo.
Anna ha chiesto nella sua lista di regali di compleanno un unicornio de verdad, ha progettato di tenerlo sul terrazzo, porprio sopra la sua stanza, legato con una cordicina per essere sicura che non voli via.
Maria ha chiesto una torta, ma a forma di unicornio, ovvio, e per essere sicura voleva che le mandassimo le foto della preparazione per dire se andava bene. Si poteva dirle di no?
Abbiamo fatto del nostro meglio e il Fotografo ridacchiava sotto i baffetti, questa volta è toocato a me misurarmi con le cose da (piccole) femmine.
La ricetta è una specie di compromesso per evitare la glassa di zucchero, la crema al burro e altre amenità, oltre che per salvaguardare almeno una parte del mio onore.
La base è una torta marmorizzata bicolore, visto che trattasi di unicorno un poco zebra. Sopra per decorare meringa italiana colorata con tè verde e barbabietola in polvere.
Per la base:
220 g di farina
80 g di maizena
150 g di burro
250 g di zucchero
3 uova
1, 5 cl di latte
35 g di cacao amaro in polvere
15 di lievito
un pizzico di sale
Montate lo zucchero a pomata con lo zucchero, unite le uova, quindi la farina e la maizena setacciate assieme al lievito, versate quindi il latte e separate in due l’impasto. Ad una delle due incorporate il cacao. Versate alternando i colori nello stampo ben imburrato. cuocete a 180°C per circa 1 ora. Sfornate e lasciate completamente raffreddare.
Per la meringa italiana:
250 g di zucchero
125 di albume
60 g di acqua
In un pentolino versate 200 g di zucchero unite l’acqua e portate fino a 120°C. Nella planetaria versate invece gli albumi con i 50 g di zucchero rimanenti e cominciate a montare. quando lo sciroppo sarà pronto versarlo a filo nella planetaria e battere a grande velocità. Una volta pronta la meringa coloratela a piacere utilizzando possibilmente colori naturali (per noi tè verde e barabietola).
Potete usare la meringa così oppure passarla in forno. Noi abbiamo usato una base bianca (non infornata) per i ciuffi della criniera su cui incollarei riccioli colorati fatti da meringhette cotte in forno.
Un ringraziamento particolare agli amici di Swiit che hanno fornito il cono-corno.