..dunque, dunque cominciamo con qualche premessa e con la promessa di non farla troppo lunga. Ma la verità è che la faccenda dell’apple pie meriterebbe in se stessa molti approfondimenti e di ogni tipo: tecnici (ma quante versioni esistono della pasta?), filologici (si traduce crostata di mele o torta di nonna papera?), geografici (l’America è grande) e soprattutto socio-culturali.
Questo apple pie in particolare, poi, ha tutta una sua storia, che intreccia il ritratto di Guido di ieri (con le mele appunto) a una cena russa a cui un terzo dei calycanti era invitato.
Del resto un dolce americano, anzi il dolce americano per eccellenza, a una cena russa sembra un’angolazione di quelle studiate a tavolino, un cortocircuito culturale enfatizzato pure dal gelato alla vaniglia che lo accompagnava. Ma tant’è, si è trattato molto più semplicemente di uno di quei casi un po’ casuali (appunto), in cui la tavola mette insieme le persone e pure i cibi.
Tornando a lui, all’apple pie, c’è da dire che, pur essendo in sé un dolce semplice, ha sollevato qualche problemino nel maneggiamento della pasta (una Flaky Pie Crust di cui ignoravo anche l’esistenza) e soprattutto nello scollamento tra l’utopia visiva del risultato atteso e la realtà. Non è che fosse brutto, anzi, ma non era perfettamente bombato e uniforme come nel disegno della torta di nonna papera o anche nelle foto stylish di Donna Hay (che usa però una frolla!).
Quanto a sapore e profumo era una meraviglia, non ne è rimasto nemmeno il boccone del prete, dunque grazie ai consigli delle amiche via facebook e grazie a Laurel Evans per la sua ricetta che mi è sembrata la più americana tra tutte.
La ricetta è quella del libro di Laurel Evans, Buon appetito America! con qualche piccola variazione (segnalata)
Ingredienti
per la Flanky Pie Crust (pasta brisée friabile):
200 g di farina
1/4 di cucchiaino di sale
1/4 di cucchiaino di lievito per dolci
200 g di burro freddo tagliato a pezzi di 1 cm
5-7 cucchiai di acqua fredda
1 cucchiaio di aceto
per il ripieno:
8 mele grandi [Laurel consiglia Granny Smith, io ho utilizzato mele Gala del nuovo raccolto trentino e ho compensato un po’ la mancanza di agro abbondando con il limone]
120 g di zucchero (più un cucchiaio per la copertura)
1 cucchiaio di succo di limone [un po’ di più se non usate mele aspre]
1/4 di cucchiaino di sale
1 cucchiaino di cannella in polvere
1/4 di cucchiaino di noce moscata in polvere
1/4 di cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
1 cucchiaio e 1/2 di maizena
30 g di burro
1 uovo sbattuto leggermente con 1 cucchiaio di acqua
Preparare la pasta:
In un robot da cucina con le lame di metallo, lavorare insieme brevemente la farina, il lievito e il sale. Unite il burro e azionate rapidamente il robot fino a ottenere un impasto di briciole grandi quanto piselli.
Unite l’aceto e la minor quantità possibile di acqua ghiacciata e azionate rapidamente il robot. Il composto dovrà essere friabile ma rimanere attaccato se si pizzica con le dita. Se necessario, unite ancora un po’ d’acqua. Trasferite in un sacchetto di plastica e impastate attraverso il sacchetto finché il composto resta insieme. Dividetelo a metà e formate due palle di impasto, avvolgetele nella pellicola e appiattitele a disco. Mettete in frigorifero per almeno 1 ora (meglio per una notte) prima di stendere la pasta.
[Nota: per essere più sicura di non scaldare la pasta ho tenuto tutto in freezer: acqua, aceto, burro e anche (brevemente) il vaso del mixer]
Preparare il pie:
Stendete la pasta brisée friabile in un disco di 30 cm di diametro, a uno spessore di circa 3 m o più sottile. Trasferite in una tortiera di 22 cm, la sciando un bordo d circa 1 cm. Coprite con la pellicola e mettete in frigo per almeno 30 minuti.
Sbucciate le mele, privatele del torsolo e tagliatele a fette di circa 5 mm. Trasferitele in una ciotola capiente e mescolatele con lo zucchero, il succo di limone, il sale e le spezie. Lasciate marinare a temperatura ambiente per almeno 30 minuti, poi scolatele raccogliendo i succhi.
Versateli in un pentolino antiaderente su fuoco medio con il burro e fate bollire finché il composto è sciropposo e leggermente caramellato, per circa 5 minuti, ruotando il pentolino ma senza mescolare. mescolate le mele con la maizena finché questa non è più visibile. Versate lo sciroppo sulle mele, mescolate e trasferite il ripieno nel guscio di pasta freddo, ammonticchiando al centro.
Stendete il secondo disco di pasta brisée e appoggiatelo sul ripieno, Rifilatelo a circa 1 cm dall’orlo della tortiera e premete il bordo su quello della base. Ripiegatelo in sotto in modo che sia al livello del bordo della tortiera. Formate delle scanalature o premete con i rebbi di una forchetta per sigillare bene. Praticate quattro tagli ad angolo retto sulla superficie. In alternativa, tagliate delle striscioline di impasto e usatele per creare una decorazione a reticolo. Mettete in frigorifero per 30 minuti.
Scaldate il forno a 215°C. Spennellate la superficie con l’uovo sbattuto e cospargete uniformemente con 1 cucchiaio di zucchero. Cuocete direttamente sulla base del forno o al livello più basso per 45-55 minuti o finché i succhi ribollono e la superficie è molto dorata. Se si scurisse troppo rapidamente, coprite con un foglio di alluminio. Servitela calda con gelato alla vaniglia.
maite
16 Comments
Maite.. mi piace davvero tanto questa ricetta e mi sa che hai beccato in centro quello che volevo intendere.. e mi sa che ti é riuscita alla perfezione… complimenti e non vedo l’ora di vedere le prossime cosucce… Bacio
Cominciamo col dire che io sono tra i privilegiati che hanno degustato questo dolce. Il quale è stato fatto fuori alla velocità della luce (chi scrive, benché satolla, se ne è pappata ben due porzioni). Ordunque … E’ BUONISSIMO!!!!!!
E poi, anche quello di Nonna Papera, poggiato sul davanzale della finestra perché Ciccio se ne ibriasse dei profumi, a cupoletta perfetta, io “di persona personalmente” non l’ho visto mai!!!!
Dopo questa travagliata sperimentazione della pasta, dicasi Flanky Pie Crust, occorre assolutamente farne un secondo e invitare gli amici.
E mihhhhhhhhhh, che bella la foto alla Guglielmo Tell!!!!!
Quanto mi piace leggere i vostri post e ammirare i vostri scatti ma questo mi ha proprio stregato!
Adoro l’apple pie!!!
ps.: mi avete stregato … mumble, mumble … sono forse come le mele di Biancaneve?
:-D
@valentina: grazie, anche e soprattutto del conforto via facebook
@micaela: la Flanky Pie Crust la prossima volta la stendiamo insieme attraverso la pellicola per non scaldarla (!) Grazie per i complimenti per la foto, persino il fotografo si è lasciato sfuggire che in fondo in fondo non era malissimo
@twostella: grazie! per le mele in effetti ci dovrei pensare, domani arriva Marie da queste parti e tenterò se non di stregarla di ipnotizzarla
Anch’io mi complimento per le foto e mi prenoto per una lezione di Flanky Pie Crust e relativo assaggio. Che bello rivedere Marie tra i monti! A presto.
Complimenti ho scoperto un blog magico e meraviglioso…
Mooolto interessante questa Flancky Pie Crust…ma la torta deve essere di un buono. Anche senza vederla (pappata subito eh?) mi piace proprio l’esecuzione.
adoro l’apple pie, ma non avevo mai fatto caramellare i succhi. ottima idea!
e come al solito, foto “dense”.
la mia colazione preferita qui a Londra! deliziosa anche con una ciotolina di custard (crema) calda! Grazie della ricetta
non ho mai provato a fare una apple pie….anche se mi piacerebbe molto assaggiarla, magari trovarla pronta ;-) la tua però di tre metri di spessore quasi mi spaventa ^_________^
@ila: organizziamo allora, ma occorre metter tutti mattarelli in freezer!
@Fabiana: grazie e benvenuta.
@alexandra: sì, in effetti andavo di corsa, l’ho impacchettata calda, ho scattato la foto e sono schizzata alla cena che in questi giorni sono sempre in ritardo, ehm..
@la gaia: grazie per le foto dense!
@Lucia: colazione super, e pensare che io di solito salto, ma l’ho detto sono sempre in ritardo…
@astro: tre metri di spessore? in effetti non era così spessa la crosta, ma scherzi a parte è più complicato a descriversi che a farsi e poi anche per me era la prima volta
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lo sai che ho sempre desiderato mangiare l’apple pie, il desiderio fin da bambina mi veniva leggendo topolino..
nonna papera faceva sempre questo dolce .. chissà forse lì m’è arrivata la passione per la cucina ;)..
cmq sia mi metto al lavoro.. vado al mercato a comprar le mele..
ma lo sapete che io adoro questo sito che definirei multisensoriale!!
valentina
http://chez-munita.blogspot.com/
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Fatto! Finalmente! Fino all’ultimo ho dubitato, avendo un pò litigato con l’impasto (i miei ospiti volevano darmi una botta in testa per calmarmi). Ed invece… Stupore e meraviglia! Non smetterò mai di ringraziarvi ringrazievolmente.
sono contento che anche voi abbiate usato la ricetta del libro della evans.
mi fate venire voglia di farla di nuovo anche a me