Ci sono scoperte che valgono viaggi, oltre che viaggi che portano scoperte… e qui non sapendo bene da dove cominciare verrebbe da dire che tanto vale partire dall’origine, ma dall’origine proprio, dal primo fra i primissimi alimenti, ovvero il latte… non un latte qualasiasi, ma proprio quello: il latte della mamma!
è cosi che folgorati dalla visione in un mercato di Barcellona di un formaggio bellissimo, bianco bianco, con una forma tenera e dolcissima, ci siamo messi in viaggio: dalla Catalunya alla Galizia, 1200 chilometri, il deserto della Meseta nel mezzo alla ricerca della Tetilla!
Sì certo, non è che tutto il viaggio si tenesse epicamente in quest’unico “gral”, c’erano un sacco di altre ragioni valide e nobili: il pulpo alla gallega, i pimientos de Padron, mariscos e altro ancora, ma soprattutto era lei, la Tetilla.
L’abbiamo trovata, l’abbiamo mangiata e l’abbiamo riportata. Ne valeva la pena perché è un formaggio che sa di latte come pochi, semplice ma in nulla banale sia che lo si colga fresco, un po’ più stagionato o addirittura affumicato.
Nel viaggio abbiamo scoperto luoghi bellissimi, il verde, l’oceano e un fiume imponente che divide (o forse unisce) due stati diversi e due popoli uguali (il Miño). Abbiamo conosciuto Palmira che a 106 anni vive sola dove sempre è vissuta con un gatto che di nome fa gatto. Abbiamo incontrato Juan e Teresa e la loro scuola (il Pelouro) che è scuola come nessun’altra lo è, dove ci sono ponti con proporzioni da fiaba e mattarelli per tirare la sfoglia, perché la materia si porta dentro il suo processo, perché dalla farina viene la pasta e dal latte la Tetilla, e per crescere, come per cucinare, bisogna metterci le mani!
maite e il fotografo (e chouchou)
3 Comments
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La tetilla è cibo degli dei e in casa mia dura come un gatto sull’Aurelia..Buona da sola, incredibile fusa, acquista una filatura e un sapore di latte burroso che sono una ¡divinura! Recuerdos desde BCN
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