Nel mese di agosto avevamo trascorso alcuni giorni bellissimi sulle rive del rio Miño, nel cuore della Galizia.
Come sempre tutto troppo di corsa, al punto che più di un viaggio si è trattato di un assaggio: 1500 km per arrivare e altrettanti per tornare a Barcellona nello spazio piccolo piccolo di una settimana. Tanta strada macinata in una macchina a noleggio con la forma nera di un bacarozzo, la Meseta nel mezzo e il fiume come meta del nostro pellegrinaggio non lontano proprio da Santiago de Compostella.
In quel tempo risicato e in quello spazio tanto lungo abbiamo fatto in tempo a scoprire tante cose e a portarcene a casa un bel po’ (la tetilla gallega, il quasi-bagno nel Miño, il pulpo, il gatto di Palmira che di nome fa gatto) ma tra tutte la più preziosa è sicuramente l’incontro con Juan e Teresa al Pelouro.
Il Pelouro è una scuola, e a dirlo così sembrerebbe semplice, ma una scuola che qualcuno ha definito un’utopia realizzata in cui le differenze sono una risorsa per ognuno e per tutti. Il Pelouro esiste da molti anni, è una scuola parificata e gratuita che accoglie bambini e ragazzi dai 2 ai 20 anni di età, oggi però questa realtà e questa esperienza sono in pericolo per le scelte politiche della Giunta di Galizia (notizie e petizione di sostegno si trovano a questo indirizzo opelouro.blogspot.com mentre su facebook è attivo un gruppo ).
Il Pelouro, Juan e Teresa li sentiamo vicini (nonostante tutta la strada che c’è voluta per arrivarci a cavallo del bacarozzo nero…) per questo abbiamo pensato di dedicare a loro una ricetta bambinesca, un pesce per finta, che altri bambini di una scuola in Italia hanno cucinato, disegnato e trascritto in spagnolo con dizionario a fianco, proprio perché le differenze vanno comprese e rispettate.
Un pescado de mentira
Receta
Ingredientes
4 patatas
1 bote grande de atun
50 g de matequilla
unas anchoas
mayonesa
sal
aceite de oliva
Pasamos las patatas cocidas en el pasaverduras. Añadimos el atun y las anchoas trituradas, la mantequilla, un poco de mayonesa, un poquito de sal, una cucharada de aceite y mezclamos bien. Ponemos todo en un molde en forma de pez y dejamos enfriar en la nevera. Decoramos con mayonesa, olivas, alcaparras (para los ojos) y lo que nos gusta.
Vocabulario
alcaparras > capperi
añadir > aggiungere
bote > scatola, barattolo
mentira > bugia
alcuni laboratori de o’Pelouro
maite, marie e il fotografo
11 Comments
Che meravigliosissimo post! Complimenti ai bimbi per gli splendidi disegni
…e figurarsi se non mi piace! e particolarmente… ;-))
sarebbe bello riuscire a fare qualcosa per aiutarli..
Un saluto al Pelouro..
Meraviglioso. Il tuo racconto e le fotografie, i disegni.
Non sapevo che frigorifero potesse chiamarsi anche ‘nevera’, un po’ come in piemontese ‘giasera’. Mia nonna aveva un posto in cui metteva la neve per tenere freschi gli alimenti.
Quando penso alla Galizia mi viene in mente il lungo viaggio in automobile che ho fatto eoni fa attraversando il passo di Roncisvalle fino a La Coruña per arrivare a Santiago de Compostela. Mi sentivo Mr. Winter mentre andava a Lisbona.
sentendo madredeus e cantando giubbe rosse
a venticinque anni
bello
Bello.
Bello il racconto, bello il pesce per finta, bellissimi i disegni dei bambini.
Mi sono affrettata ad iscrivermi al gruppo su FB, ora mi guardo con calma il blog.
Grazie di aver condiviso con noi questa preziosa esperienza!
è una gran bella cosa, disegni sono favolosi risaltano molto bene è un bel post :-)
Grazie! Per questi “link” e percorsi tra differenti laboratori di trasformazione-creazione: cucina,luoghi, contesti, scuola viva, esperienza di fare,conoscere e apprendere, Pelouro…
E il viaggio continua!
Lucilla
Brave! Come sempre ma questa volta ancora di più: io amo la Galizia sconfinatamente. Sebbene sia una regione lunare mentre la mia è solare, esiste un filo magico che unisce ambedue: Andalusia e Galizia sono terre che camminano dalla mano nella distanza, una al sud e l’altra al nord della Spagna; una con i versi malinconici di Federico Garcìa Lorca e l’altra con quelli nostalgici di Rosalia de Castro. Ma talmente identici nella sostanza, che il grande Federico ha persino composto un “cancionero” tutto in lingua gagliega!Mi unirò ai bambini visitando il blog.
siamo felici Marina! un bacio e soprattutto speriamo che i problemi (assurdi) che stai affrontando con il tuo blog si risolvano prestissimo e per il meglio.
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