A riguardarla da qui, a quasi una settimana di distanza, la nostra Colazione italiana tra le porte dl Caelum sembra persino difficile da credere. E non perché le foto siano rimaste prigioniere nella macchina del Fotografo tra andate e ritorni, tra Roma e Barcellona, per tutti questi giorni ma semplicemente perché il Caelum, e forse la stessa Barcellona, sono la consistenza delicata dei sogni realizzati.

Così, ripensandoci, questo luogo è un po’ la nostra Barcellona, quella passata e quella presente. Quel che abbiamo amato e sognato vivendo altrove e quello che viviamo e amiamo stando qui. Portarci dentro una Colazione italiana disegnata da noi è stato un brindisi difficile da dimenticare.

Caffettiere, napoletane arrivate in mille trasbordi (grazie Lydia, grazie Fabrizio, grazie, grazie…), tazzine acrobate scovate a les encantes, i fiori di campo in una giornata piovosa, laccetti, sacchettini, i primi biglietti di Giulietta e i nostri libri che viaggiano fino a qui ritagliandosi gli sguardi e il piacere di condiviere.

Baci e margherite di Stresa, crostate, pastiera e cantucci, un ciambellone all’anice, la caprese di Lydia, la sbrisolona di Virginia, la pinolata di Marcella e le minne (pari) che non potevano mancare.
Abbiamo arrotolato più di cento ciambelline al vino, sospeso 10 tazzine (+1 perduta) e ci siamo sentiti circondati dagli amici, quelli che erano lì con noi e quelli che c’erano nei tanti modi in cui ci si può essere.

è stato un tempo bellissimo presente  e insieme una promessa.

Mil veces gracias a Conchita, Mirella y a todo el Caelum. Mil gracias a los musicos que lo han hecho tan suave y perfecto.

4 Comments

  1. Agata Frosini Reply

    Maaaaaite…..eccomi qui! Non si può resistere davanti a queste continue provocazioni …non vedo l’ora di tornare a Barcellona per ripercorrere passo passo con voi i luoghi del “piacere” vostro e quindi anche mio che vi leggo e vi guardo….Siete tutti bravissimi!!!

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