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Il salame di cioccolato di Anna

Qui siamo di parte, e non ci sarebbe molto altro da dire. Sarà che chiusi in casa tutti e tre ci facciamo ognuno gli affari degli altri, ma questo salame di cioccolato con la ricetta della nonna Pina è diventato la scusa per fare i compiti e anche un poco di matematica.

La maestra ha mandato i suoi consigli ed anzi ha chiesto aiuto: mandatemi le vostre ricette che io a cucinare non sono molto brava, siate precisi mi raccomando!

Anna l’ha presa sul serio ed ha scelto la sua ricetta preferita, l’ha tradotta in catalano in simultanea e per fare le cose più precise ha pesato, mescolato, battuto a neve, spezzettato biscotti, gesticolato un poco e raccontato pure la storia della sua bisavia.

Il video è in catalano, con qualche errore di cui la mamma (e pure il papà) non si erano lontanamente accorti, ma sicuro che la maestra Judith riuscirà a eseguire la ricetta alla perfezione.

Se non siete forti in catalano, trovate la ricetta in italiano qui sotto, tra le primissime pubblicazioni di questo blog, quando ancora la nonna Pina ne aveva una scorta nel congelatore e lo chiamava saleme turco:
https://lacucinadicalycanthus.com/?p=140

come una giraffa

Lo confesso: l’ho avuta sempre (e molto, molto prima di iniziare a cucinare)  un’antipatia viscerale per tutto ciò che in cucina è (anche vagamente) figurativo . Pomodorini travestiti da funghetti, pulcini di uovo e baffi di erba cipollina mi hanno fatto sempre più paura che tenerezza. Ma ognuno, si sa, ha le sue debolezze, i suoi traumi, i suoi mai e poi mai.

Parfait glacé au chocolat

Con il cioccolato è facile perdere la testa e qualche volta pure la misura…
di questo parfait al cacao, in effetti, ce n’è venuto fuori tantissimo (!) così è finita che abbiamo foderato “stampi” di ogni genere, barattolini, bicchierini e coppette, poi riempiti fino all’orlo, raffreddati in frigo cinque ore e finalmente sbaffati!
Con il muso sporco ma con l’animo appagato, le riflessioni si sono fatte dubitative:
“ti sembra possibile che il cacao non sia un alimento conosciuto dalla notte dei tempi? ti sembra possibile che siano esistite persone (molte persone!) che non lo abbiano mai conosciuto, mai assaggiato? Ti sembra possibile immaginare la nostra vita senza cioccolata?”

Domande un poco bambinesche certo, ma è pur vero che una moltitudine di libri sono stati scritti su questo alimento e continuano ad essere scritti, letti e cucinati. Questa ricetta l’abbiamo presa da Le chocolat, dix façons de le préparer di Jeanne Sompayrac delle Editions de l’Epure di cui già avevamo parlato. La riportiamo con particolare piacere perchè Les Editions de l’Epure hanno vinto il premio del Gourmand World Cookbook Awards come Meilleur éditeur du monde

ruota di cioccolato al cardamomo

In cucina, si sa, ogni cuoco ha i suoi “cavalli da battaglia” come dice Marie, quelle ricette che prepara da anni e che lo tirano fuori dagli impicci. Questo dolce al cioccolato è proprio una di quelle ricette, imparata, o meglio svelata, molti anni fa dal padre di due amichette dell’infanzia e da allora praticata in lungo e in largo, in tutte le forme e in tutte le occasioni.
In questo caso, perché fosse più battagliero lo abbiamo fatto a ruota (così da poterci attaccare i cavalli, quelli da battaglia appunto…) e con una variazione rispetto alla ricetta originale, l’aggiunta del cardamomo… ma il sapore è sempre quello, sempre lui con l’olio di oliva al posto del burro, così rassicurante che siamo sicuri che domani nella battaglia sapremo a chi pensare…

settimana della zucca 5. cake di zucca e cioccolato

In cucina, si sa, si vivono spesso momenti alchemici in cui si ha voglia di provare cose nuove giocando ad associare materie e sapori, e anche noi guardando l’ultimo pezzetto di zucca di questa settimana delle zucche ci siamo detti che forse meritava una fine dolce. L’esperimento dunque lo abbiamo tentato con quello che avevamo sotto mano, zucchero di canna, cioccolato in pezzetti, un filo di cannella… il forno con la sua magia ha fatto il resto.

biscotti quattro quarti e mezzo

Nel sentire il “titolo” di questi biscotti il fotografo si è inquietato… dedito alle proporzioni fin dalla più tenera infanzia ha cominciato prima a interrogare sulle frazioni e poi a farneticare:

4/x + (1/x):2 = 1
4/x + 1/2x = 8/2x + 1/2x = 1
9/2x = 1
x = 4,5
 sostituendo:
4/4,5 + 1/9 = 8/9 + 1/9
 cioè nove noni! = biscotti nove noni!

In realtà  l’idea di base per questi biscotti era semplice, se non semplificata, e partiva proprio dalla “mania” dei dolci ad una sola proporzione, secondo lo stile 1 (x) di farina : 1 (x) di zucchero : 1 (x) di burro…. e così via
é così che in questi dolcetti inventati per uilizzare le nocciole della nonna e per fare merenda con il latte fresco del distributore ci abbiamo messo la stessa “x” per 4 volte (nocciole, farina, zucchero e burro) più mezza “x” (cacao) giusto per essere un po’ sovversivi (!)

gatti di kamut (dedicato a Honesta)

“Volevo un gatto nero, nero, nero
mi hai dato un gatto bianco ed io non ci sto più.
Volevo un gatto nero, nero, nero
siccome sei un bugiardo con te non gioco più”

La canzone è dello Zecchino d’oro del 1969 e la cantava una bambina imbronciata con un vestitino corto e i codini…

ma la verità è che questa pagina è dedicata a Honesta, la gatta tra tutti i gatti, con la vita più lunga…
ha vissuto 154 (22×7) anni, in tutto 7 vite, 7 volte vent’anni più un pezzettino per ogni vita. Ha zompettato i tetti di Siena e di Venezia, una soffitta di Firenze e persino un agrumeto in Sicilia. Ha preso la macchina, il treno, l’aereo e quand’era piccola ha viaggiato abbarbicata sulla spalla. è stata difficile con i pretendenti, alcuni li ha rifiutati altri terrorizzati, si è arresa solo a Napoleone e solo dopo avergli usurpato il talamo. Le piaceva mangiare, tanto-tutto-e sempre, era per un uovo oggi e una gallina domani, le piaceva mangiare soprattutto al bordo del tavolo, bistecca, pesce e un po’ quel che capitava, ma più di ogni cosa adorava le olive!

salame di cioccolato alias salame turco

 

La ricetta è un grande classico: piace ai bambini e piace alle nonne. Piace pure a noi, un po’ meno al nostro delicato fotografo che si è lasciato impressionare dal fatto che, in mancanza d’altro, ne abbiamo impastata una doppia dose nel candido catino dove lava la biancheria (naturalmente pulito con perizia maniacale). Tant’è, l’ha fotografato solamente incartato…

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