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La mostarda di peperoni di Lucia

Charlotte è una di cui ci si può fidare, in fatto di cibo e non solo. Ha 16 anni, è la nipote calycanta di Marie e se dice che una cosa è buona, molto probabilmente è così.
Della “salsa” di peperoni della mamma di Francesco (son petit fiancé, ndr) ce ne parlava già da un po’. Non soltanto di questa, in effetti, ma tra tante confidenze alimentari, la salsa di peperoni ritornava spesso e a noi, che abbiamo un debole per lei, già ci piaceva per principio, ancor prima di averla assaggiata.
Poi in una notte toscana di dopo concerto e di molta fame un barattolo trasparente e luminoso si è materializzato come un rosso miraggio nel frigo saccheggiato a casa di Manola e Matteo (les parents, ndr). è stato lì che, gelosamente, Charlotte ce ne ha fatto assaggiare la punta di un cucchiaino… ed a noi è bastato per rimanerne totalmente asuefatti.

gazpacho n°10. gazpacho di peperoni gialli e nespole

I peperoni gialli che Timi ci ha servito su un piatto d’eccezione e una bella cassetta di nespole adocchiata dal fruttivendolo-pusher di fiducia sotto casa del fotografo hanno suggerito un gazpacho giallissimo e non troppo acido. Memori allora di una certa nonna e di una certa stufetta a carbonella che avevamo fotografato in sicilia, i peperoni li abbiamo arrostiti per ottenere un gusto più dolce e soprattutto una consistenza compatta e setosa. Abbiamo poi sostituito l’aglio con dei cipollotti freschi e l’aceto con un buon balsamico. Maite si è leccata i baffi! ma con lei non c’è gusto che il gazpacho se lo scola sotto qualsiasi forma o variazione. Timi invece non l’ha assaggiato… le sarebbe piaciuto?

ritratti alimentari 16. timi e i peperoni


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Timi(soara) è un’amica con un nome originale, è lucana ed è belissima. Vive tra i dischi, lavora alla radio e il suo amore è musicista. Per posare per il nostro ritratto alimentare dubbi ne ha avuti pochi: peperoni! gialli, carnosi e possibilmente di buon augurio per un’estate che ancora stenta ad arrivare. Di nostro ci abbiamo messo solo qualche attenzione (e qualche filo) per riuscire a mettreli in orbita tra dischi-volanti un tantino vintage, ma scelti con cura.
Qui sotto qualche scatto di backstage e domani la ricetta con i peperoni ritornati a terra e “cucinati” dal fotografo.

verrine di peperoni gialli e “anciova”

Una borsata di peperoni gialli (che sono serviti per un ritratto molto molto particolare che pubblicheremo prestissimo) profumava la cucina, e siccome era impensabile riuscire a stiparli tutti nel frigorifero (quello malandato e disordinato del fotografo…) è stata questione di cucinarli di gran corsa e tutti insieme, cercando però di variarne il menù, la consistenza, l’associabilità.
Tra gli esperimenti meglio riusciti queste verrine qui sopra, che poi sarebbero gelatine o, a voler essere proprio arditi, budini, ottenuti centellinando i grammi di agar agar in emulsione  con l’acqua stessa dei peperoni e lo yogurt greco. Per poi dargli un tocco sapido ci abbiamo messo non tanto un’acciuga, ma proprio un’anciova, di quelle sicule, sotto sale, che si pescano al mercato  in grandi latte senza tempo.

tiramisù di peperoni al vino cotto

 

Non c’è infondo da aver paura… i peperoni al vino cotto sono una ricetta collaudata (anche se in ambito familiare) ed è un’associazione di gusti talmente riuscita che in questa versione abbiamo provato a giocare con le consistenze.
All’inizio l’idea era quella di una mousse con la glassa di vino cotto e da mangiare con un pane consistente, poi quando l’incertezza si giocava tra la ricotta e il mascarpone (come “agenti moussanti”) di colpo si è materializzata la visione-tiramisù: pane nero, peperoni, mascarpone, glassa di vino cotto…. ha funzionato!

gazpacho n°4 e 4 bis

Gazpacho andaluso

Nei giorni più caldi dell’estate c’è chi vuole almeno un gazpacho al giorno, e allora, quando non si riesce a trovare nei ristorantini che rimangono aperti, bisogna farlo in casa. Questa volta abbiamo giocato non tanto sugli ingredienti (che sono, quasi tutti, quelli del gazpacho andaluso tradizionale), quanto piuttosto sulle proporzioni. Gli stessi ingredienti, divisi in maniera diversa, per ottenere due sfumature di colore: una più delicata e una più forte. I calcoli non sono poi così complicati, ma bastano per far allontanare Maite e Marie dalla cucina, che dicono di spaventarsi anche davanti ad una conversione di litri in decilitri.

Pimientos de Padrón

Capita che nella vita certe lezioni sia necessario ripassarle ed è stato così che un certo architetto, spesso citato in queste pagine, si è trovato quasi ai confini del vecchio mondo (e certamente fuori dal proprio mondo partenopeo) a ripassare una certa lezione, di cucina naturalmente… si trattava in quel primo corso di friggitelli, mentre nel cuore della Galizia proprio vicino alla cittadina da cui prendono il nome si è trattato di Padron, intesi come pimientos, ovvero peperoncini verdi, piccoli, graziosissimi, famosissimi in tutta la Spagna. 

friggitelli per agiu

Visto che qualcuno recentemente ha dichiarato (ancora una volta!) la propria imperizia culinaria,
visto che è stato invitato (ancora una volta!) a emanciparsi dalla dipendenza dalla cucina di mammà… insomma visto che gli abbiamo promesso di insegnargli a cucinare (!!) ecco una ricettina facile facile per il nostro piccolo agiu a base di una “cosa verde” napoletana come lui…
e per facilitargli le cose li abbiamo fotografati prima e dopo

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