Presto, bisogna far presto perché le zucchine, quelle verde chiaro a coste vigorose, stanno per finire definitivamente e toccherà aspettarle un anno intero o poco meno…
le polpete perfette
Sembra facile e al fondo lo è. La cucina permette combinazioni talmente variabili che si può giocare al gioco del -senza- e del -mai – riuscendo a mettere insieme, sulla stessa tavola, una cena felicemente commestibile per tutti quanti.
Polpette di alici
C’è sempre una ragione per rivedere i classici. In questo caso le alici del mecato erano da copertina e noi presi da un attacco di nostalgia per le polpette ( lì di sarde) del nostro libro dedicato alla Sicilia.
polpettine rinforzate al pesto
Il fotografo ha un anno di più e tra le altre solide certezze della sua cena di compleanno di ieri c’è stata la scoperta (!) che le polpette non sono soltanto gioiose e versatili, ma del tutto inclini ad essere rinforzate. Il pesto di eri, quello dei ricordi, è finito copioso nell’impasto, anzi per essere maggiormente solidale all’insieme lo abbiamo montato prima con le uova e quindi aggiunto a mano alla carne.
Per il resto procedimento del tutto classico e risultato da sbattersi per terra, almeno a bocca di un certo architetto napoletano, normalmente goloso di cioccolato, arrivato in serata per festeggiare il genetliaco.
PS la scatolina viene invece dritta dritta da Parigi per mano della Marie
polpettine di alici, pinoli e uvetta
Messi da parte i kumquat (anche se qualche tentazione di infilarci almeno la buccia la abbiamo avuta anche qui…) ci siamo dedicati a un classicone della cucina siciliana, che sarebbe poi una versione a polpetta delle sarde a beccafico, con le alici però, e senza finocchietto, che di questa stagione ancora stenta (almeno lontano dalla Sicilia). E a questo punto bisogna dire che se le polpette già di per sè sono allegre queste qui, mescolando il pesce con l’uvetta e i pinoli, hanno proprio un che di estroso che saprebbe persino di foodparing se non fosse dentro, ma proprio dentro la tradizione dell’isola e tutta la sua storia.
polpettine all’arancia
Queste polpettine piccine piccine erano anche loro parte dell’aperitivo (per la vernice della mostra di Melotti) di cui stiamo parlando da qualche giorno e che Comida de Mama (con l’aiuto di Marta) ha raccontato con grande dolcezza. Dal nostro punto di vista, un po’ da dietro le quinte, abbiamo da svelare qualche retroscena: in primo luogo per rendere il merito della cottura a Giacomo che le ha fritte una ad una (ed erano tante e soprattutto piccole); poi per dire che la questione della scorza di arancia nell’impasto era davvero un primo esperimento, di quelle cose che ti immagini in bocca e che scommetti che funzionerà ma la certezza quella piena ce l’hai sempre quando è ormai troppo tardi… Così quando, à bout de souffle, ne abbiamo rubata una direttamente dalla pentola, c’era comunque un fremito d’ansia velato di ottimismo, meno male che funzionava e meno male aver rubato almeno quella, perché poi, nella confusione delle cose, di polpettine non siamo riusciti ad agguantarne altre.
polpettine di amaranto, colatura di alici e capperi
Lo avevamo detto: l’amaranto rischiava di darci alla testa. Versatile, facile, croccantino, con un sapore leggermente tostato si presta a diventare polpetta, così dopo quelle al pollo, ci siamo dedicati a una versione più marina e già che eravamo in vena di sperimentazioni abbiamo provato a dosare la preziosa (ma difficile!) colatura di alici arrivata nel pacco-dono della Garofalo di cui parleremo in dettaglio.
Il fatto è che la colatura ha un colore affascinante, ma un odore (tosto!). Così partiti entusiasti dell’idea di provare a usarla, ci siamo inibiti strada facendo. L’amaranto ci ha soccorsi: ha un’anima da cereale (benché non lo sia propriamente per famiglia di appartenenza), è quindi in grado di assorbire un odore forte e di ammansirlo senza schiacciarlo, ha un sapore neutro ma non piatto, una consistenza modulabile, dunque valeva la pena di provarci.
polpettine di amaranto, pollo e noce moscata
Siamo fans dell’amaranto scoperto, come dicevamo, da poco e sotto casa (http://www.mandacaru.it/), e come spesso accade quando si scopre una cosa nuova lo metteremmo dappertutto. Così, dopo esserci cimentati con la zuppa, e in attesa di osare provare a farne pop corn, ci siamo lanciati sulle polpette.
In questa prima versione all’amaranto abbiamo mescolato il pollo usato per un brodo, una patata per dare consistenza, poco latte per dare morbidezza, noce moscata e scalogno crudo per dare carattere, un uovo perché ci vuole.
Le polpettine sono venute spettacolari, ma soprattutto ci ha colti una specie di ebrezza creativa: con quante altre cose si possono impastare le polpette di amaranto?
la settimana della zucca 1. polpettine di zucca con camembert
Dalla festa delle zucche siamo tornati, lo abbiamo detto ieri, con tante “zucche matte”, di quelle che non si possono mangiare, ma che sono così belle da vedere e da toccare che le vorresti tutte: da fotografare, da mettere sotto la finestra di cucina, da regalare, da tenere sul comodino… ma siccome si deve pur mangiare ne abbiamo comprata anche una che matta non è, ma in compenso è tutta bitorzoluta fuori e arancione dentro, una barucca insomma.
Riflettendo sul da farsi poi è venuta fuori l’idea di farne polpettine o mini croquet, mischiandoci qualche patata e nascondendoci dentro un piccolo cuore morbido ma forte di sapore, per stemperare un po’ l’eccesso di dolcezza della zucca.
polpettine con sobrasada alla minorchina
Le professoresse, ormai lo ripetono tutti i media dunque “deve” essere vero, sono delle scansafatiche! È loro la colpa! Sono brutte, portano occhialetti e hanno nasi adunchi! Solo poche eccezioni, con la vocazione da sante, sorreggono con le loro mani gli edifici scolastici e con il solo ausilio della più antica delle tecnologie (la matita rossa e blù) risollevano le sorti dell’istruzione dei futuri poeti, navigatori ecc…
Il fotografo, incuriosito e dubbioso, invita un gruppetto di prof e naturalmente sceglie le sfaccendate e tralascia le sante. Così gli tocca pure cucinare visto che non può aspettarsi aiuti di nessun tipo, tanto più che le pigrone sono pure sovversive…
Visto poi che “i calycanthus” (come sono stati recentemente battezzati) hanno una piccola passione per la cucina delle Baleari (dove si ritrova la Sicilia antica, la Spagna e la Catalugna, la Sardegna ma anche la Provenza e qualche odore d’Africa) ecco l’occasione per un ripasso di geografia: fiumi, confini, risorse e capoluoghi.
Quando da piccini si veniva interrogati sulle risorse di un paese, si rispondeva un po’ a caso: “industria metallurgica, cereali, prodotti ortofrutticoli…”, tanto c’erano un po’ dappertutto, vai a capire le differenze!… Dell’esistenza di certe prelibatezze come la sobrasada neanche si poteva sospettare!
Il fotografo, scopertene le virtù, ne ha utilizzato un pezzettino rimasto nel suo frigo (!) dopo l’ultimo viaggio e ne ha fatto polpette per le professoresse, secondo la ricetta di un libro tanto amato (e tanto saccheggiato) questa estate.
olive ascolane al contrario
Se le olive all’ascolana non ci fossero dovremmo inventarle, nella zona di Ascoli le fanno anche ripiene di pesce, una delizia…
Noi ne abbiamo fatto una versione un po’ pagana.
Questa ricetta la dobbiamo a Bir and Fud, pizzeria romana a Trastevere: birra artigianale, pizza con il lievito madre e altre cose buone.
E a noi piacciono i contrari, gli specchi e i rovesci, così ci siamo affrettati a sviluppare l’idea.
Il principio dunque è fare delle polpette con il ripieno delle olive e mangiarle accompagnate da un’insalatina di olive tagliate a pezzetti. Ne viene fuori un antipasto insolito ma pericoloso, come per le olive è difficile smettere!
polpettine al curry
Di polpette, come si sa, ne esistono versioni infinite, queste sono semplici e piccoline con un profumo di curry che non arriva a essere prepotente ma che comunque ha una sua inconfondibile personalità.
La cosa più noiosa nel farle, come per tutte le polpette che si rispettino, è che vanno fritte all’ultimo minuto…
risotto al fondo di bottiglia (avanzato) e un suggerimento per gli avanzi degli avanzi
È solo un mese che è nata la cucina di calycanthus, ma a noi sembra già un anno. Ci divertiamo moltissimo. Grazie a chi ci ha accompagnato e incoraggiato.
Oggi il tema è quello del riciclo, degli avanzi, del nonbuttarevianiente che si pratica come arte vera e propria in tutte le cucine che si dicano tali…
Il suggerimento è stato di gustosamente che ha lanciato l’idea di una raccolta di ricette provenienti dai blog dedicati al cibo e alle sue pratiche. Lo raccogliamo con entusiasmo mettendoci questo risotto al vino (avanzato) scovato nel frigo del fotografo, assieme a due cipollotti residuali.
Visto poi che il risotto era previsto per tre ma lo abbiamo mangiato in due, ci siamo trovato con l’avanzo dell’avanzo e a quel punto son venute fuori le polpette, con una salsina molto, molto alternativa…
Tutto questo riciclare ci ha messo in testa qualche idea. Dunque ci sarà presto una piccola sorpresa, proprio a proposito del frigorifero del fotografo…
carne sulle foglie di limone
praline di fave
A Firenze (e in Toscana in generale) non chiamatele fave in nessun caso e soprattutto mai e poi mai al mercato…
Si chiamano e si dicono bacelli e si mangiano col pecorino.
In questa versione trattasi di bacelli in polpette, ma fredde e non fritte, col pecorino ma anche, volendo, con un po’ di capra.