Post senza ricetta, solo e soltanto per dire grazie alla signora Maria che non solo è venuta ad aiutarci per un certo libretto che si termina in queste ore (assieme alle nostre energie…) ma ci ha portato in dono un barattolo di fiori speciali, carciofini messi via con le sue manine. E noi così buoni non ne avevamo mangiati mai.
il tordo matto
Non è che sia stata poprio proprio esattamente la gita di pasquetta, però delle nostre ore trascorse a Zagarolo abbiamo riportato le sensazioni forti di un altrove tanto e tanto vicino.
Mentre forse ci si divide e ci si alambicca con troppa collaudata partigianeria tra cucina di trucchi (quella rapida-rapida dei surgelati, del dado, del ci ho messo cinque minuti e me ne vanto) e cucina alta (del mettere, del togliere e comunque solo e soltanto del ristorante) ci si dimentica che per fotuna (tanta!) l’Italia, come tanti altri luoghi del resto, è un posto dove si continua a far le cose per bene, con cura, con prodotti, con ingegno, con cultura di tradizione ma non solo.
Dunque siamo stati a Zagarolo e ci siamo andati proprio a cercare il tordo, quello matto. Trovarlo non è stato difficile: abbiamo chiesto di lui nel centro assolato del paese e ci hanno spedito da Pietro, macelleria Pacifici, nella via che taglia di mezzo il paese proprio lì dove comincia a scendere.
il garofolato di Roberto Liberati
Ci sono esperienze che nella vita sai che saranno irripetibili. O quasi.
In questi giorni (sì, perché la lavorazione e la cottura è stata a fuoco molto, molto lento) ne abbiamo vissuta e cucinata una: un garofolato. E mica un garofolato qualunque, un garofolato di 6,4 kg, che ha cotto per 18 ore a 70 °C. Son cose, grosse.
ricetta d’artista n°4. zuppa di ceci
Chi è luca de carlo
www.myspace.com/tetesdebois
Si, sa: gli uomini che sanno cucinare bene, hanno un atout in più con le donne, il sapersi muovere ai fornelli piace. Questo è il caso di Luca che nella fattispecie è pure musicista, suona la tromba, e si sa che anche questo piace alla donne…
Da quando lo ha detto al resto dei componenti del gruppo, i Têtes de Bois, si sono lanciati tutti a chi cucina meglio e ognuno di loro invita l’altro per fargli assaggiare cosa ha preparato. Una delle ricette che gli chiediamo di prepararci quando comincia a fare freddo e si vuole una coccola è la sua pasta e ceci, un grande classico della cucina romana che Luca interpreta al meglio.