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Una torta per la rentrée

 

Siamo rientrati a Barcellona e in qualche misura siamo pure ripartiti. Ancora alla ricerca di una routine che scadenzi la settimana e gli impegni ci imbattiamo in grandi e piccole conquiste: la “scuola dei grandi” (la materna…) inizata da qualche ora in catalano stretto, la costruzione di un pendolarismo acrobatico con Roma e quell’inevitabile onda emotiva di settembre fatta di buoni e cattivi propositi (tipo cambiare totalmente l’assetto di casa, o riordinare lo sgabuzzino).

zenzero candito nel suo sciroppo

Lo abbiamo usato in tante cose, da ultimo nel semifreddo di pere pubblicato qualche post più in là, ma la verità è che questo sciroppo-confettura-canditura è versatilissimo. Con il dolce, con il salato e pure da solo sciolto in una tazza di acqua calda con qualche goccia di limone: fa bene al cuore, fa bene all’anima, fa bene all’inverno che speriamo presto finisca, fa bene alla gola quando brucia e perde la voce…

tè allo zenzero (home made)

Probabilmente non serve dirlo né ribadirlo, qui la cucina langue.
Poca voglia di imbracciare il cucchiaio, di allacciare il grembiule, di dar fiato al trito-mixer, di mettere le mani in pasta. Poca voglia persino di sfogliare riviste, di allungare la lista del “da-fare-al-più-presto!” e del resto sembra, statisticamente parlando, che gennaio sia un mese di letargo.
E allora in attesa del risveglio di primavera, annunciato da una luce che comunque si allunga e si scalda, ci rintaniamo in casa a perder tempo (?!), con in braccio una tazza di questa infusione di zenzero che, è assodato, crea dipendenza.

cozze allo zenzero e sedano

Se il fotografo decidesse di farsi ritrarre con il suo alimento preferito ci sarebbe la grossa incognita di capire chi mettere dietro all’obiettivo, ma per quanto riguarda il cosa mettere nel piatto dubbi ce ne sarebbero pochi: o cozze o probusti.
è una scelta di campo mica da ridere. Per fortuna che per le cozze abbiamo già la “prenotazione” di un’amica carissima che da mesi ha deciso di posare con il suo alimento feticcio. Ha già pronta persino la borsetta, dobbiamo solo trovare il modo, e soprattutto il tempo, di organizzare gli scatti.
Per ora, dunque, le cozze qui sopra sono ancora quelle del fotografo che si è cucinato praticamente da solo, con qualche dritta per la massimizzazione degli ingredienti a disposizione (sempre molto pochi a casa sua…).
Ma il ventesimo ritratto e pure molti altri a venire speriamo di metterli in cantiere presto. Gli altri, quelli che ci sono già (19 -1) saranno esposti da domani al Loco’s bar (via Valbusa grande, 7 a Rovereto) e nelle vetrine di alcuni negozi del cetrostorico: una libreria, una drogheria, un alimentari, una macelleria, una fioreria e una coltelleria. La caccia al ritratto (alimentare) è aperta.

zenzero candito

Dopo la prima neve, anzi pure insieme, è arrivato puntuale come un treno asburgico il raffreddore, anzi meglio il male di stagione. Il fotografo si sveglia di notte battendo i denti (anche se sta a Roma), in Trentino nonostante la prima lana è ricominciato il mal di gola, mentre la Marie inanella litanie di starnuti su treni, aerei e tassì. Insomma quest’anno ci prendiamo per tempo e in tre non ci facciamo mancare nulla. E sì che non sarebbe esattamente il momento buono, visto che les filles sono in partenza per il Salone del Gusto (sabato, domenica e lunedì) mentre il fotografo è impegnato a “cucire” il vestito nuovo per il blog, che pure lui c’ha le sue esigenze di stagione.
Per corroborarci dunque abbiamo finalmente messo in cantiere (e in realtà è il secondo tentativo che il primo finì bruciato) lo zenzero candito, di cui siamo ghiotti tutti quanti. La ricetta è quella di Alice Hart, e rispetto a quello comprato il risultato è sicuramente più gustoso, più pizzicherino ma anche più duretto perché tende a cristallizzare. Il vantaggio secondario è che funziona benissimo per dolcificare e profumare il tè, il rimedio migliore dopo l’aereosol.

zuppa di cozze, quasi chowder

Che questa zuppetta sia una specie di chowder rimane vero, visto che include patate, panna e molluschi, ma in effetti quel che ne è venuto fuori, aggiungendo spezie e sottraendo pancetta, è un sapore invernale, fortemente profumato di zenzero e coriandolo. Ne abbiamo mangiate due tazzone e poi altre due, e ne avremmo volute due per due e ancora due… toccherà dunque rifarla (presto!) giocando sulle variazioni: vongole e pesce bianco, ma pure gamberi e gamberoni e forse un sentore ancora più spinto di lemon grass. Quel che è bello in cucina, come in poche altre cose, è che se il canovaccio è necessariamente alla fin fine lo stesso, le variazioni sono sfacciatamente infinite.

zuppa di pisellini e wasabi, oppure zenzero

Questa zuppetta qui è prima di tutto una buona notizia. Non è solo che è verde, speranzosa e vitaminica, è che l’abbiamo presa fresca fresca da una nuova rivista di cucina, in uscita con il Corriere della Sera da qualche giorno appena. La faccenda ci ha persino un po’ stupiti ed è finita che a sfogliarla e ad averla tra le mani non si resisteva al voler provare qualcosa, anche se gli ingredienti non ce li avevamo proprio, proprio tutti…

gelato di carote, mele e zenzero

Sulla scorta della scorta di carote sgranocchiate con Marta ci è presa una specie di deriva salutista, del resto che fare con tutti quei chili di arancione e con questo caldo pergiunta? centrifuga, ovvio, mettendoci le mele che compensiono un po’ quella dolcezza che rischia di stuccare tutta insieme e da sola, e poi un pizzico di zenzero per dargli un po’ di brio e la sensazione di fare ancora più bene, ancora più sano… ma poi in tutto questo salutismo il fotografo (bretone di origine, occorre ricordarlo) pareva un po’ a disagio… ma davvero non ci mettiamo niente niente? così solo mele e carote? roba un po’ da cavalli… e allora di soppiatto, un po’ di straforo nella centrifuga, prima di esser messa nella gelatiera nuova nuova, ci è finita un po’ di panna, insomma un po’ di cremoso, un po’ di peccato, un po’ di roba da cristiani (bretoni)!

roast beef zenzero e champagne

 

Ne avevamo già accennato parlando della genesi a puntate della zuppa gamberi e carciofi, ma dopo il post dedicato alla dipendenza da zenzero non si può più aspettare.
Riprendiamo dunque il filo della gita di sabato scorso al mercato di Sant’Ambrogio, per dire che superata la coda davanti al banco di Osvaldo (al quale prima o poi bisognerà dedicare un post personale, anzi personalissimo) e presa la decisione, azzardata, di associare lo zenzero fresco al roast beef, siamo arrivati a casa con il nostro pacchettino piuttosto maestoso.
Le fotografie di rito con qualche indugio (!) e poi la carne è finita in pentola senza che il piano fosse (ancora) del tutto deciso. Ma siccome l’azzardo chiama l’azzardo, assieme allo zenzero fresco ci è finita una parte di una bottiglia di champagne qui trainait (insomma che stava lì) nella non-cantina da troppo tempo, senza che nessuna occasione sembrasse sufficientemente degna. Aspetta, che aspetta, alla fine ci siamo detti che un’occasione qualunque era certamente la più degna per festeggiare il piacere di essere insieme, di cucinare insieme (finalmente!), di mangiarci la nostra carnina e di finirci la bottiglia di Moët & Chandon.

biscotti allo zenzero candito

Non c’è che dire, lo zenzero è certamente uno degli alimenti più à la page del momento, surclassato forse soltanto dal lime, dal coriandolo fresco (che tanto piace al fotografo), dal wasabi (con o senza grattugia di pelle di squalo), e naturalmente dal macha.
Ma il punto è che lo zenzero ha effettivamente un fascino irresistibile (come pure il lime, il coriandolo, il wasabi e naturalmente il macha), lo metteremmo dappertutto… un po’ perché  quando eravamo piccine non si sapeva nemmeno cos’era ed ora da grandi ne abusiamo a sette palmenti, un po’, temiamo, perché lo zenzero dà effettivamente un poco di assuefazione.   
Questa ricetta, perfetta nelle giornate come quella di oggi, ci è stata ispirata da un libro dedicato appunto interamente allo zenzero (Gingembre, di Clare Gordon-Smith, James Merrell, Éditeur Gründ) volendo poi, per potenziare l’effetto (e accrescere la dipendenza) ci si può mettere insieme un buon tè o meglio ancora un decotto sempre allo zenzero.

la settimana della zucca 4. agnello arabo

C’è un piccolo indovinello che non ci ricordiamo mai, quello per far attraversare un fiume su di una zattera a un agnello, un lupo ed un cavolo, uno alla volta… ve lo ricordate?
…ecco come ci è venuto in mente di far passare la zucca (cavolo) e l’agnello insieme, in casseruola…
del resto la ricetta sembra avere tradizioni antiche in medio-oriente, in Egitto in particolare, ma addirittura nell’Africa nera, in Tanzania… a quanto pare le zucche crescono quasi ovunque!

chutney di pere cotogne

Non è che si tratti esattamente di una marmellata da colazione ma è a suo modo golosa e speriamo possa piacere a Lory che passa spesso di qui la mattina (molto, molto presto…) a bere il suo primo caffè.
Come tutte le chutney è molto speziata e associa al dolce della frutta-dolce (si scelgono spesso per farla mele, manghi, tamarindi e cose così) l’agro dell’aceto e la presenza legante delle cipolle. In questa versione, inventata per trovare degna collocazione a 4 pere cotogne che si trascinavano nel frigo da più di una settimana, l’equilibrio di gusti sembra particolarmente ben riuscito anche se forse a livello di consistenza la chutney è risultata un po’ troppo morbida, per non dire spappolata… forse avevamo tagliato le pere cotogne a dadi troppo piccini, o forse è proprio di questa frutta “antica” disfarsi così, essendo troppo abituata a farsi cotognata…

alici marinate allo zenzero

Le alici sono pesciolini sobri e timidi, ma a guardarli bene (e pulendoli si guardano bene… anche da dentro…) sono l’incarnazione stessa del pesce, tutto però in miniatura! Occhi grandi e lisca tesa, dorso d’argento e carni rosate, con una consistenza speciale che certe preparazioni, forse in particolar modo la marinatura, sono in grado di esaltare. In questa versione le abbiamo marinate con aceto e limone (insieme) e zenzero e peperoncino… 

canarià (crema turca di carote e yogurt)

La ricetta è turca, facile e soprattutto fresca. Si potrebbe intendere come una sorta di tzatzichi, con le carote al posto dei cetrioli e con meno (molto meno…) aglio. A differenza del cugino greco questa cremina richiede un passaggio rapido dalla padella, giusto per far ammorbidire le carote, ma ugualmente va mangiata fredda spalmata sul pane (l’ideale sarebbe tipo pita), oppure con verdurine fresche come un pinzimonio.
In questa versione agli ingredienti della ricetta tradizionale è stato aggiunto lo zenzero per dargli un po’ più di verve, ma la cosa è facoltativa e allo zenzero si possono sostituire molte altre possibili variabili, ad esempio il cumino. Non resta che provare…

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