A che servono le fragole? Praticamente ad ogni cosa. A farcire una torta, a mangiarsele con la panna, a farne marmellata, bavarese, gelato, e persino a dare estro a un gazpacho.
Il problema è uno solo e sempre lo stesso, almeno per me, ovvero riuscire a non finirsele prima che si concretizzi un’intenzione, così appena lavate, acchiappate per il ciuffetto verde scapigliato, giurando che solo una e poi che l’ultima, l’ultima davvero, fino a quando non ne restano.
Ma se riuscite a conservarne una tazza e a farne succo, anzi meglio polpa frullata, anche il Rossini è un egregio progetto, specie di questo periodo che due bollicine ci stanno e ci vogliono. Per tutti.
La ricetta, anzi la formula, e anche le note storiche sono tratte dal libro nostro libro di Cocktaileria vintage, Old Fashioned Cocktail (come sempre per Guido Tommasi editore) pensato, ideato e bevuto assieme a Walter Bonaventura, owner & bartender del Loco’s bar.
La formula
3 1/2 oz / 100 ml Vino spumante
1 1/2 oz / 45 ml Purea di fragole fresche
Sciroppo di zucchero 2:1 e Succo fresco di limone qb
Tools: frullatore o estrattore, passino
Glass: Flûte o calice
Garnish: fragola
Tecnica: build
Pulisci e lava la frutta, otteni la purea schiacciandola a mano e passandola in un colino, oppure con l’estrattore se lo possiedi. Aggiungi un po’ di limone per evitare l’ossidazione e un poco di sciroppo di zucchero se ti pare che la frutta non ne abbia abbastanza.
A questo punto hai davanti due strade: o versare la purea di frutta in un calice e poi delicatamente il vino spumante mescolando con leggerezza, oppure più professionalmente (soprattutto se devi prepararne più di uno) prendere un contenitore capiente come ad esempio il bicchiere del mixer (al bar si userebbe il gallone) versare tutta la purea, versare sempre con delicatezza lo spumante, mescolare con leggerezza il tutto e poi servire nei bicchieri. Volendo, guarnire con la fragola.
Impossibile non aver mai sentito parlare della coppia Bellini/Rossini! Si tratta di due cocktail freschi semplici e gustosi di grande fama, che veicolano in tutto il mondo i nomi di due artisti italiani, e appartengono alla categoria sparkling, ovvero con le bollicine di un vino spumante.
E italiano, precisamente veronese, è il loro inventore, quel Giuseppe Cipriani, barman anch’egli e imprenditore di grandissima fama, fondatore dell’Harry’s bar di Venezia nel 1931 e dell’Hotel Cipriani alla Giudecca, che iniziò dal basso come cameriere.
Il Bellini, un mix di vino spumante e purea ricavata dalla polpa fresca delle tipiche pesche bianche veronesi, è forse il più famoso dei due: prende il nome dal colore rosato che a Giuseppe ricordò il colore dell’abito di un personaggio di un quadro del famoso pittore veneziano quando creò il cocktail per la prima volta nel 1948 (e sembra pure aggiungesse qualche lampone per conferirgli una nuance rosata).
Complice la clientela internazionale dell’Harry’s bar (Charlie Chaplin, Truman Capote, Orson Welles e naturalmente il solito Hemingway, di cui si dice, scherzando tra barman, sia più semplice enumerare i bar dove non sia mai stato che non quelli dove abbia bevuto o inventato cocktail), il drink si diffuse rapidamente in tutto il mondo, assieme alla sua variante Rossini, che va a sostituire le pesche con le fragole e che noi proponiamo qui.
Inutile dire che sono formule la cui riuscita è legatissima alla qualità della frutta e quindi anche alla stagionalità. Perciò probabilmente sono nate altre varianti come Tintoretto e Mimosa, rispettivamente con la melagrana e con la spremuta di arance.
Una curiosità? È uno dei pochi cocktail che non prevedono ghiaccio.