Qualche volta quando si inizia a giocare non c’è modo di fermarsi. Cominci in un punto qualsiasi, afferrando il lembo di un pensiero e tirando forte, sperando senza nemmeno saperlo di far cadere dal tavolo tutta la noia di un pomeriggio girato un po’ male. E così, proprio così ci è capitato con questi biscotti che volevo fare da una vita senza mai trovare nè il tempo nè la strada e che si sono alla fine animati di quel che c’era.
Tutto era cominciato su Pinterest dove vado annotando appunti di cose e di vite meravigliose che poi quasi sempre mi dimentico di andare ad abitare. In una cartella chiamata in un inglese nemmeno scolastico -to do in the kitchen- avevo appuntato biscotti come faccine rotonde, sorridenti e un poco minimali. Il giusto grado di figurativo per la mia cucina.
Come spesso succede su Pinterest risalire a una ricetta da un’immagine non è impresa semplicissima, così andavo rimandando come per quasi tutto quello che sta in quella cartella.
Poi succede che Anna fa colazione e fa merenda, a casa, al parco, a scuola. E va bene cucinare zuppe, baccalà o verdure al sale… ma qualche volta qualche biscotto ci starebbe bene.
E già che ci siamo esercitiamoci pure nell’arte del togliere, facciamole sane queste faccine, ma con quel che c’è già in casa s’intende, perché di uscire di nuovo alle sei di sera quando cinque piani ci separano dal selciato non se ne parla di sicuro.
Agguantiamo fiocchi di avena (più o meno dimenticati nell’ultimo barattolo nel fondo della dispensa), un residuo di farina di riso e ci arrischiamo a fare a meno delle uova. Impastiamo e mettiamo a nanna “la masa” (l’impasto in spagnolo) poi finalmente la parte più divertente. Con un lungo stecchino gli disegniamo occhi, nasi affilati e ciuffi di capelli e allora… mira mamma!! se parecen a don Pepito y a don José!!!
Ragione aveva ragione da vendere, perché don Pepito e don Josè sono i personaggi buffi di una canzone vecchiotta e famosissima (la trovate più sotto) e che faccia avessero non lo sa nessuno, tranne Anna è ovvio, e ogni bambino che abbia deciso di immaginarseli. Noi per parte nostra li abbiamo trovati somigliantissimi e abbiamo deciso di farli ballare, prima ovviamente di papparceli.
I biscotti di don Pepito e di don Josè sono buonissimi e sicuramente ripeteremo, la farina di riso li rende friabili come frollini burrosi ma come quelli fragilissimi.
La ricetta
100 g di fiocchi di avena
100 g di farina di riso
100 g di olio extravergine di oliva
50 g di sciroppo d’agave
1 punta di cucchiaino di bicarbonato
Con un mixer potente riducete in farina i fiocchi di avena. Incorporate quindi la farina di riso, il bicarbonato, lo sciroppo di agave e l’olio extravergine di oliva. Lavorate fino ad ottenere un composto in briciole (un poco come succede con la pasta frolla), compattate, formate una palla e fate riposare in frigorifero per 1 ora.
Riprendete l’impasto, setnedetelo tra due fogli di carta da forno e ritagliate i biscotti (non spostateli perché saranno molto fragili). date la forma (e pure i nomi alle vostre faccette) e infornate per 10-15 minuti in forno ventilato a 180 °C finché cominceranno appena a scurirsi.