Questo titolo di per sè sembra un ossimoro, ovvero una di quelle frasi in cui due cose dovrebbero fare a botte invece che starsi fianco a fianco in buona pace.

Patatas bravas non fa rima con salute. Rima invece forte con baretti affollati (!) ad ore improbabili (!!), odore di fritto, birrette in colonna sul bancone di zinco, amici e bisbocce. Roba poco salutare ed ora pure vietata. Lontana.

Sorvolo sulla nostalgia, sulla voglia di riprenderci anche una vita un poco sregolata (perché va bene tutto, ma ci vuole pure il carnevale, l’eccezione alla regola e qualche grasso saturato, secondo la misura di ciascuno…). Sorvolo pure sui tempi lunghi di questa emergenza che non finisce e sulla convalescenza che ci aspetta, per dire invece che qui ci sforziamo di trovare compromessi abitabili, ritmi nella giornata e pure nella settimana. Sabato sera dunque facciamo l’aperitivo!

Ma per farlo tutti insieme qui dobbiamo mescolare un poco le carte, perché pure il Fotografo vuole la sua parte, qualcosa più in là di olive nere, lupini e ravanelli.

Così è saltata fuori questa versione salutista delle patatas bravas che ha più di una virtù.

La ricetta

1 grossa patata dolce (oppure due medie)

per la “salsa brava”:
250 ml di passata di pomodoro
1 spicchio di aglio
1 peperone rosso
paprika dolce
pepe di cayenna
olio extravergine di oliva
acidulato di umeboshi

Per l’alioli di soia
100 ml di latte di soia (non zuccherato)
1 cucchiaino di senape
1 cucchiaino di acidulato di umeboshi
200 ml di olio di semi di sesamo (o altro)
1 spicchio di aglio (possibilmente rosa)privato del germe

Lavate la patata americana e raschiatela con una spazzaola. Tagliatela quindi in pezzi regolari e, senza asciugarla, sistematela in una teglia con un filo di olio extravergine di oliva. Mescolate bene e infornate in forno già caldo a 180°C finchè non risulterà morbida (dipende sia dalla patata che dalla misura in cui la tagliate).

Nel frattempo preparate le salse.
In un tegame versate la salsa di pomodoro, aggiungete il peperone lavato, privato dei semi e tegliato in pezzi regolari piuttosto piccoli, aggiungete l’aglio e mettete sul fuoco. Lasciate cuocere a fuoco lentissimo e con il coperchio per una mezz’ora, mescolando regolarmente. Togliete quindi il coperchio e proseguite ancora la cottura a fiamma bassa fino ad ottenere una salsa densa. Frullate, aggiungete la paprika e la cayenna al gusto e regolate con sale o con aciduato di umeboshi.

Versate nel boccale del frullatore a immersione (il minipimer) il latte di soia, la senape, l’aglio in “poltiglia” (con lo schiacciaglio) e l’acidulato di umeboshi (o il limone, o l’aceto). Cominciate a battere con movimenti dal basso all’alto per far prendere aria al composto e unite a filo l’olio. Una volta montata potete regolare al gusto, se non usate l’acidulato di umeboshi regolate di sale.

Servite le patate caldissime con le due salse di accompagnamento.


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