Eccoci qui a riprendere il filo, ancora una volta eppure non da capo, perché la cosa bella di conservare un blog che ha cominciato a parlare nel 2008 è che ti senti al sicuro, a casa.
Dunque possiamo ripartire da qui, come aprendo il quaderno delle ricette che si appuntavano a penna, a matita o qualche volta incollando trafiletti di riviste, e aggiungendo note a margine, assieme alle macchie di sugo o di burro.
Il senso credo stia tutto qui.
E il senso di oggi è una zuppa, o forse meglio una crema, o forse una vellutata. Ma facile, facile e buona, tanto da piacere persino ad Anna (che è in una fase di rifiuto assoluto verso tutto quello che si cucina in casa)… che ci serva da punto di partenza ma anche da scusa per appuntarsi e ricordarsi due o tre cose!
La zuppa è facile per definizione, ma è piena di insidie e di aguati, il suo esito peggiore è la noia e la mancanza di sapore.
La soluzione è semplice ed è a portata di mano: per prima cosa tocca ricordare che partendo da ingredienti buoni (per qualità e per stagionalità) si è già a metà dell’opera. Poi non resta che accendere il forno. Sì il forno.
Avete presente quelle ricette spesso di impronta anglosassone in cui i pomodori passano dal forno per uscirne caramellati, arrendevoli e additivi come caramelle? Ecco la regola non vale solo per i pomodori, ma per praticamente tutte le verdure.
Il sapore si intensifica e il vantaggio collaterale è che nel caso delle patate dolci e della zucca non serve sbucciare.
Il terzo segreto è il daikon, ma ve lo spiego più sotto
per 4 persone
4 patate dolci (possibilmente a pasta arancione, ma potete sostituire anche con zucca, carote, o anche cavolfiore)
2 cipolle di medie dimensioni
1 radice di daikon (serve a inspessire e a rendere la zuppa cremosa, fidatevi!)
olio extravergine di oliva
sale o acidulato di umeboshi
per completare: brodo, o acqua, latte (o anche bevande vegetali) e per finire semini a scelta (zucca, girasole, lino, ma anche nocciole tostate o noci) e spezie (curcuma, zenzero, paprika o caienna).
Sbucciate le cipolle, lavate le patate dolci (o la zucca), il daikon e tagliate tutto a pezzi non troppo grandi in modo che la cottura sia unifome e la superficie caramellata maggiore. Sistematele su una pirofila, cospargete di olio extravergine di oliva, date una mescolata e infornate in forno già caldo a 180°C/200°C in funzione ventilata se l’avete. A seconda della pezzatura le verdure tarderanno circa 30/40 minuti a cuocersi, sorvegliate che non si abbrustliscano troppo e quando potrete infilarci una forchetta dentro toglietele dal forno.
Scavate la polpa delle patate dolci (o della zucca) con un cucchiaio e versate tutte le verdure nel frullatore, aggiungete le spezie che preferite e un paio di mestoli di brodo o acqua. Iniziate ad emulsionare e regolate la consistenza secondo i vostri gusti, allungando se vi piace anche con latte.
Regolate di sale, aggiungete un filo di olio e servite con i semini che preferite.

Ps Il daikon non è una fissa fighetta, ma serve davvero. Serve soprattutto se, come il caso del Fotografo, non potete mangiare amidi (patate, fecole, farine, etc) ma non vi rassegnate a consistenze brodose e slegate. Se volete addomesticarlo e renderlo meno esotico chiamatela rapa bianca, o anche rapanello bianco; la trovate nei verdurai un poco forniti, ma anche nei supermercati e nei negozi bio. Se poi ve ne volete innamorare leggete le sue proprietà che non sono poche.