Partiti eravamo partiti (ieri o giù di lì) per il tordo matto, ma c’è da dire che lungo la strada abbiamo finito per inciampare sul pane, ed anzi su un pane e su un fornaio, decisamente un po’ speciali.
Inciampati forse non è proprio il racconto più sincero, perchè arrivati a Zagarolo a qualcuno immancabilmente faceva fame e così seguendo l’odore, annusando l’insegna, misurando l’istinto ci siamo affacciati sul panificio Quaranta che sporge sulla strada (quella stessa che taglia Zagarolo nel mezzo) e scende poi sotto. Tra le scale e il profumo leggiamo che lì proprio lì si fa il pane migliore del Lazio, agguantiamo un pezzetto di pizza rossa e chiediamo lumi e racconti.

La storia è lunga ed è breve. Parla di un forno che è a Zagarolo, in via del forno, dalla fine del Cinqucento, che è stato restaurato ma giusto quel poco, che brucia ancora legna di castagno perché fa buon calore e poca brace, che è passato di padre in figlio nella famiglia Quarnata dal 1900 e che sforna un pane che è “una chiara dolcezza”.

Dalla rivendita, dal panificio, di chiacchiera in chiacchiera siamo arrivati al forno. Dalla figlia Chiara siamo arrivati al papà Claudio (Lello) che è fornaio, ma pure scrittore e grande grande affabulatore. Storie, racconti fiabe persino, tra grandelli di farina sospesi nell’aria e il tepore del forno che ancora non muore, siamo rimasti lì ad ascoltare passando dal pane di oggi a quello di ieri, da Zagarolo alla Roma universitaria dei primi anni Settanta, passando per una Praga romantica, assediata, proibita.

In mezzo a tutto questo per poco non smarrivamo il filo della farina e del pane che invece è tutto lì e che la certificazione ce l’ha davvero e l’anno scorso si è aggiudicato il primo premio al Concorso Roma tra i pani tradizionali di grano tenero laziali, arrivando pure terzo nella classifica nazionale. Notizie scaricabili: qui

6 Comments

  1. Ma che bello! Io sono di Villa Adriana a pochi km da Zagarolo (anche se ora trapiantata a Barcellona).
    Quelli sullo sfonfo delle ultime foto sono ciambelle al vino, vero? Un abbraccio.

    • sì, sì Nicoletta proprio ciambelline al vino versione maxi e di tutti i gusti (vino bianco, rosso, anice, vino e limone, ecc ecc). Trapiantata A BCN?? che cosa interessante, fosse mai che prima o poi avremo qualcosa in comune? abbracci a te

  2. Mi ci sarei persa anche io di sicuro, tra la farina e i profumi…
    grazie di questa bella scoperta.

  3. Mademoiselle Manuchka Reply

    wow.. j’adore le ciambelline al vino.. che bel posto !!!

  4. ammazza il fornaio quanto è bello….bravi massimo e chiara…

    • ma pure la fornaia, e la mamma e il papà e pure l’ultimo arrivato… bello insomma tutto!

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