La rete pullula di iniziative benefiche e questo in sè è indubbiamente un gran bene. Ma di questa campagna, inziativa e pure contest siamo particolarmente felici e partecipi perché ci pare che identifichi con precisione ciò che nutre davvero.
Innanzitutto una Ong ProgettoMondo Mlal che lavora seriamente, cercando di finalizzare l’insieme dei propri sforzi alla realizzazione di progetti concreti e non, come pure spesso succede, al proprio mantenimento istituzionale in un cortocircuito poco nutriente. Poi, e strettamente legata a questa filosofia, una pratica che mette al centro lo sviluppo delle capacità, la disponibilità delle risorse e degli strumenti, piuttosto che l’offerta solo caritatevole che nutre un giorno e lascia la fame immutata.
Infine una campagna Io non magio da solo e un contest, lanciato e organizzato da Virginia per promuoverla, che ha al centro il pane, l’alimento universale, che come una sineddoche rappresenta il mangiare stesso, quando c’è e pure, soprattutto, quando manca.
Partecipiamo un po’ in sordina, quando avremmo voluto fare di più, con una ricetta che è però di quelle ad alto tasso emotivo. Il pane cotto è infatti insieme un modo per non buttare niente, per tenere al caldo lo stomaco e per coccolare il mio papà che ne è ghiotto come di poche altre cose al mondo… gli ricorda la Sicilia, gli ricorda il cibo bambino.
La ricetta
Ingredienti
pane raffermo (circa mezzo chilo)
1 latta di buona conserva di pomodori in pezzi
1 cipolla bianca
1 foglia di alloro
due cucchiai abbondanti di pecorino grattugiato
olio extravergine di oliva
sale e pepe
Far appassire la cipolla affettata in poca acqua, quando comincia ad essere trasparente aggiungere un paio di cucchiai di olio extravergine e far rosolare. Unire il pomodoro, lasciar cuocere per una decina di minuti quindi aggiungere una foglia di alloro e un litro e mezzo circa di acqua.
Quando l’acqua comincia ad essere a bollore versare il pane tagliato a pezzi, i capperi e l’origano, aggiustare di sale e pepe, mescolare energicamente e versare subito in ciotole individuali.
Servire con il pecorino e un filo di olio extravergine a crudo.
6 Comments
sarà semplice come semplice è il pane ma l’importante è non mangiare da soli, almeno finchè si può.
è vero Enzina, è semplice. sarebbe bello ricordarselo sempre.
Evviva il tuo papà! Evviva il suo pappone!
Che sappia che la prossima volta “non lo mangerà da solo”, ci siamo autoinvitati…
il pane secco è una risorsa poco conosciuta… ma che riesce sempre a stupire e a rimanere poi nel cuore!
grazie per l’idea e un caro saluto al tuo babbo!
Le ricette che ricordano l’infanzia sono una ricchezza immensa anche se solitamente molto semplici. L’iniziativa è molto bella , ho dato volentieri il mio contributo anche io :). Un saluto.
i piatti dei ricordi sono sempre i migliori!!
ciao