“… Un figlio di Re mangiava a tavola. Tagliando la ricotta si ferì un dito e una goccia di sangue andò sulla ricotta. Disse a sua madre: -Mammà, vorrei una donna bianca come il latte e rossa come il sangue. …

Ci sono alcuni formaggi, e tra questi la robiola, che sono perfetti per le prove, per le sperimentazioni, perfino per gli azzardi qualche volta. In questo caso la faccenda è proprio semplice semplice e per nulla azzardata, anzi una sorta di fiabesca non ricetta in cui però gli ingredienti si sposano perfettamente tra di loro, come il sangue e la ricotta e come il principe e la fanciulla … che tanto si sa che nelle fiabe è così che va a a finire, l’interessante è vedere come. Anche nel caso di questo mousse l’interessante è proprio il come: come l’agro del melograno si stemperi nella cremosità dolce della robiola e come quella goccia di vin santo suggelli il matrimonio. Il tutto può essere spalmato sul pane tostato, mangiato prima o dopo, in aperitivo o in conclusione, preferibilmente maneggiando cucchiaini e non coltelli…

la ricetta lo abbiamo detto quasi non c’è (basta prendere della robiola impastarla piano piano con il vino santo, che non faccia acqua,  e unire i chicchi sgranati di un melograno maturo, meglio se il tutto macera un’oretta prima di essere servito) mentre la favola dell’Amore delle tre melagrane è quasi finita…

(…) La Brutta Saracina, che di nascosto aveva sentito tutto, pensò che quella palombella non prometteva nulla di buono; e quando l’indomani tornò a posarsi sulla finestra della cucina, la Brutta Saracina fece più veloce del cuoco, la trafisse con uno spiedo e l’ammazzò.
La palombella morì. Ma una goccia di sangue cadde nel giardino, e in quel punto nacque subito un albero di melograno. Quest’albero aveva la virtù che chi stava per morire, mangiava una delle sue melagrane e guariva. E c’era sempre una gran fila di gente che andava a chiedere alla Brutta Saracina la carità di una melagrana. Alla fine sull’albero ci rimase una sola melagrana, la più grossa di tutte, e la Brutta saracina disse: -Questa me la voglio tenere per me.
venne una vecchia e le chiese: -Mi date quella melagrana? ho mio marito che sta per morire.
– Ma me ne resta una sola, e la voglio tenere per bellezza,- disse la Brutta Saracina, ma intervenne il figlio del Re a dire: -Poverina, suo marito muore, gliela dovete dare.
E così la vecchia tornò a casa con la melagrana. Tornò a casa e trovò che suo marito era già morto. “Vuol dire che la melagrana la terrò per bellezza”, si disse.
tutte le mattine, la vecchia andava alla Messa. E mentr’era alla messa, dalla melagrana usciva la ragazza. Accendeva il fuoco, scopava la casa, faceva la cucina e preparava la tavola; e poi tornava dentro la melagrana. E la vecchia rincasando trovava tutto preparato e non capiva.
Una mattina andò a confessarsi e raccontò tutto al confessore. Lui le disse: -Sapete cosa dovete fare? Domani fate finta di andare alla Messa e invece nascondetevi in casa. Così vedrete chi è che vi fa la cucina.

…e domani l’ultima ricetta al melograno e la fine della fiaba… 

marie

10 Comments

  1. Mademoiselle Manuchka Reply

    ma che meraviglia pazzesca, questa ricetta é stupenda e la favola continua a tenerci qui, perché le fiabe ci piacciono tanto.. e voi siete dei geni, io vi adoro.

  2. Se qualcuno di voi verrà qui prima o poi ;-)
    Troverà quella di Roccaverano !!!
    Ieri mi hanno preso a martellate miiiiiiiii che dolore,ecco questa nn ricetta oggi sarebbe perfetta!

    Buona giornata ragazzi!!

  3. @Mademoiselle Manuchka: grazie! anche noi ti adoriamo, lo sai… la fiaba delle melagrane domani finisce ma abbiamo in serbo grandi rivelazioni a proposito di fiabe e cibo…

    @Daniela: grazie! della foto e di un blog così delicato e bello…

    @Lory: marmellate wow! coraggio per la fatica, ma noi qui siamo curiosissimi, oltre che invidiosi, mi sa che quest’anno siamo in ritardo tremendo sui regali alimentari… ehm..

  4. L’amore delle tre melagarane è una delle favole che preferisco me la raccontava la mia nonna e l’ho ritrovata tempo dopo in un volume di Calvino

  5. sì, sì CoCò è proprio dal libro delle Fiabe italiane rccolte e trascritte da Calvino che l’abbiamo presa. Ma la versione della tua nonna era uguale uguale o, come spesso nelle fiabe, la tua nonna ci metteva le sue varizioni?

  6. La favola devo prendermi il tempo di leggerla con calma a casa, per poi racontarla alla mia nipotina che e’ gia’ pazza di Biancaneve..in compenso questa ricetta semplice e bellissima posso prenderla al volo! Anche io amo molto la robiola per la sua versatilita’ e la sposo molto spesso col pate’ di olive… Ciao!

  7. Qualche variazione la metteva di sicuro ma ero così piccola che quando ho letto poi la fiaba mi è sembrata la stessa. Siete grandi e la storia delle fiabe alimentari mi piace tantissimo ce ne sono tante che possono dare l’incipit

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