E dopo Sant Jordi venne Sant Ponç. Barcellona lo stiamo capendo (e vivendo da dentro) trova sempre una ragione per fare festa e in generale, sa far festa molto bene. In questo caso si trattava di erbe aromatiche e medicinali e del loro santo patrono, Sant Ponç appunto, che hanno invaso la calle de Hospital che dalla Rambla si inoltra nel Raval passando (visto che niente è per caso) dall’Accademia farmaceutica di Catalunia. Quelle strade sono state un tempo orti conventuali e lì vicino nasceva, proprio dall’esprorio di un convento, quel che sarebbe stata la Boqueria. Insomma le radici e le ragioni a cercarle ci sono sempre.
A noi a dire la verità ci bastava già l’incanto del nome (Sant Ponç, chi sarà mai?) e l’idea che fosse ancora viva una cosa che sa di stagioni ritualizzate, cadenzate da fiere che dalla terra arrivano ai piedi della città, due o tre volte l’anno. Così ci siamo messi in cammino, non proprio di buon ora e non proprio in splendida forma, ma per l’appunto Sant Ponç è protettore delle erbe miracolose e forse pure delle cause perse.
Por la calle abbiamo trovato un effluvio di profumi e banchi come sempre elegantissimi, curati e amati, con timo, alloro, camomilla fresca, lavanda, ginestra, cannella e rosmarino; tanto, ma tanto miele e frutta confitada, membrillo (ovvero cotognata) come se piovesse e poi tanta tanta gente che comprava fiori, che comprava odori e si scambiava ricette e soprattutto arringava versioni. “l’ho compraro l’anno scorso, va bene su tutto: sul pollo, sul pulpo….” “Ah no, sul pulpo no! Ci sta troppo forte!” “Ma no, te lo dico yo! Sul pulpo ci sta un incanto”… “no, no, no….” sì, sì, sì…” ecc.
E in tutto questo la sensazione che sia città e che sia insieme paese, che sia la festa di una strada e la festa di una cultura, con l’orchestrina occitana che ti fa muovere i piedi a prescindere, la signora che si sporge dal suo balcone di geranei per applaudire le bimbe che passano e la musica nella strada, la pasticceria araba e il cabell de angel che quasi si toccano.
In tutto questo noi cosa abbiamo comprato? poco troppo poco, come al solito. Ginestra e camomilla questo sì, ma alla fiera di Sant Ponç c’erano miscele di erbe dedicate ad ogni male (congiuntivite, bronchite, sinusite, mal di schiena e guai assortiti) e a leggere i cartelli avremmo potuto dire celo-celo-manca con una preoccupante prevalenza di -ce l’hò-. Sarà il cambio di clima (!?), sarà soprattutto la nina che ha cominciato ad andare in un covo di microbi catalo-castillano-tedesco (l’asilo…) ma non riusciamo a levarci di dosso malanni non gravi ma persistenti. Contiamo ideamente su questa visita a Sant Ponç per voltare pagina.