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la stracciatella lucana di Lina

A sbalzi, a tentoni, giocando a nascondino e qualche volta pure a rincorrersi la primavera sembra, nonostante tutto, arrivata. Ce ne accorgiamo dal verde che impera, dai mercati che si sono fatti più freschi persino qui a Barcellona dove le verdure sembrano vivere una stagione unica.

caviar di asparagi

Il fatto di aver battezzato questa cremina di asparagi “caviar” è il sintomo di un’affezione un tantino passatista, nel senso che ci rimanda a tempi francesi e a un caviar più consueto, quello di aubergines.
Così se spesso nei nostri (Maite & Marie) dialoghi di cucina, lo strofinaccio diventa torchon, ogni crema semplice di verdure e limone finisce per rimandare a quel caviar. Del resto siamo sempre un po’ alla ricerca di salse e salsette da spalmare, perché si trasportano bene per i pic nic (!) e poi, si sa, le salse sono divertenti, conviviali, fanno un po’ festa.
In questa versione verde asparago ogni parentela cromatica con il caviale è andata persa definitivamente, e certamente siamo lontani dal tema in bianco del pic nic di domenica prossima, ma in compenso è un modo fresco e dignitosissimo di onorare gli ultimi asparagi di stagione.

mini-crumble di puntine di asparagi

Le cose piccole hanno un fascino speciale e così facilmente finiscono per accumularsi. Poi quando si tratta di usarle si scopre che il mondo, anche quello alimentare, non è fatto in miniatura.
I ciotol-ini per i mini, mini, mini crumble sono rimasti ad aspettare qualcosa di sufficientemente piccolo da riuscire a starci dentro comodamente, finché da un mazzo di asparagi verdi son saltate fuori due ideuzze in uno solo colpo. Ideuzze piccine anche loro, ma di quelle che pure qualche soddisfazione la danno, se non altro perché sollevano dal senso di colpa di un accumulo di caccavelle formato mignon. Bastano un poco di puntine di asparagi e i ciotolini da inutili si trasformano in indispensabili, da futili a “mai più senza” o quasi…

quiche verticale di asparagi

Un’altra quiche? (rebolote, come si direbbe in francese) e perché mai? tanto per cambiare Maite è già in viaggio, il fotografo e la Marie preparano le valige, e allora cosa mettiamo nel cestino della merenda? (o almeno questo pensa il fotografo che già si lecca i baffi all’idea di uno spuntino in vagone) e invece no! l’idea è di far arrivare questa quiche agli asparagi sana a salva a firenze… Non si sa mai tra treni, vulcani etc… è meglio essere previdenti e questa quiche si addice ai viaggi (anche turbolenti), ai cestini, ai pique-nique e agli arrivi con il frigo vuoto.

taboulé di quinoa, asparagi crudi e cipolla rossa

Ne avevamo parlato qualche giorno fa, raccontando di una coda del sabato mattina davanti al banco di Giustino-il-contadino, l’idea era quella di usare gli asparagetti verdi e teneri, nudi e crudi, semplicemente lavati e affettati sottili. L’avevamo messa in pratica subito in effetti, senza saper resistere alla verifica sul campo costruendoci intorno un taboulÈ con la quinoa, la cipollina rossa cruda anche lei e solo qualche profumo di contorno (la menta soprattutto), poi la macchina fotografica si era ingoiata tutto quanto, mentre il computer tirava le cuoia… una mezza tragedia insomma e risolta solo in parte, ma le foto quelle sì si sono salvate, meno bene è andata al pc (sigh!)…

cake di asparagi

Non abbiamo avuto la fortuna di Alex di averli visti dal vivo venire fuori dalla terra (e per altro i suoi erano pregiatamente bianchi per non aver visto la luce, mentre i nostri sono prosaicamente verdi…) ma per gli asparagi abbiamo una passione vera. Quando poi al mercato del sabato mattina Giustino-il-contadino si prodiga in una scorbutica lezione sulla stagionalità assoluta e arriva persino a caldeggiare (con tono di sfida!) che il modo migliore di mangiarli (questa settimana soltanto e naturalmente soltanto i suoi!) sia crudi, sappiamo già che non possiamo non comprarli (del resto ci pensa lui a metterceli a forza nel borsone senza possibilità alcuna di opporsi). Tra le signore in coda davanti al banchetto serpeggia scetticismo e incredulità dubbiosa, persino un po’ di panico quando la manona di Giustino ne spezza uno e lo porge nudo e crudo all’assaggio, naturalmente all’unico uomo presente, che sentenzia: “uhm, sanno di fave”. Inutile dire che sì, li abbiamo usato crudi e quando la macchina si deciderà a sputarli fuori racconteremo il come e il cosa (sempre che le fotografie passino le maglie della censura stretta del fotografo), però per intanto eccone una versione a cake giocata su quella intuizione del sapore (sanno di fave…) e sulla necessità di gestirne la quantita: le manone di Giustino hanno una misura tutta loro a cui è inutile replicare, per fortuna che sono buonissimi.

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