Questa ricetta, con un’ascendenza tutta lagunare, è il regalo di un’amica che vive tra Venezia e la Galizia. Nello spazio sospeso tra questi due luoghi tanto diversi c’è la possibilità di trovare un filo comune che è naturalmente l’acqua: il fiume, la laguna, il mare basso e l’oceano.
A Venezia, una Venezia che fatica a sopravvivere, l’acqua è tutto o quasi, strada, materia e pure clima, e la barca “parcheggiata” nel canale sotto casa non era vezzo ma abitudine e necessità.
Questi moscardini così “sporchi” ma assolutamente buonissimi, erano, ci è stato raccontato, cibo da barca, portato con sé andando a pescare in laguna o sul mare, perché si conservano bene, sono saporiti e il giorno seguente sono ancora più buoni. Con il pulpo a la gallega non hanno certo in comune le dimensioni, ma infondo se non lo stesso sapore è lo stesso spirito, e non a caso gli uni si accompagnano alla polenta bianca, l’altro alle patate.
pane cotto mediterraneo
Il pane avanza, il che di per sè è un bene perché è meglio che se mancasse, ma che cosa fare dei tozzi di pane e delle briciole che si accumulano nei sacchetti di tela?
Non è che la domanda sia pertinente perché il mercoledì è di quelli delle ceneri, ma semplicemente perché in casa, in tutte le case (persino in quella del fotografo che di pane non ne mangia), il pane sembra lievitare sopratutto quando invecchia.
E se “Il pane di ieri” oggi non è più buono come lo era appunto ieri, non è una scusa per gettarlo via, nemmeno come faceva un’amica, baciadolo un po’ come Giuda Iscariota giusto prima di farlo volare nel secchio della spazzatura. Del resto le ricette del riciclo per il pane raffermo sono infinite e onnipresenti, spesso povviste di tutta l’intelligenza delle variabili, della stagionalità e dei sapori.
Questa zuppina qui ad esempio è un adattamento del pane cotto sciliano, un classico che si praticava un po’ ovunque nell’isola con quel bel pane sano di ieri, una zuppina che poi somiglia da vicino alla pappa al pomodoro toscana. Per dargli un po’ di estro ci abbiamo aggiunto i capperi piccoli piccoli e saporitissimi conservati sotto sale, l’origano e il pecorino grattugiato, il risultato era confortevole, morbido e profumato, molto lontano dalla penitenza ma pur sempre in odore, se non di santità, di etica quotidiana.