Per molte ragioni, variamente assortite, ultimamente stiamo mangiando un mucchio di funghi e di alghe.
terrine du charcutier
Il mese di dicembre è sempre, inevitabile e puntuale, un mese di corsa. La prima decina si sciorina infondo ancora senza precipizi, ma dal dieci in poi è tutto un derapage: cene, pranzi, peraparativi e regali, biscotti, menù di vigilia anti-vigilia e post-vigilia, capodanno incombente, buoni propositi per l’anno nuovo…
allora siccome oggi è il 9 ci prendiamo con ben un giorno di margine e cominciamo a riflettere (e a cucinare…) cose che vadano bene per i (diversi) menù dei prossimi giorni, ma anche volendo per qualche regalino da fare con le proprie manine, standosene a casa al calduccio, spendendo soldini ragionevoli e, almeno nel caso di questa terrina facile facile, risparmiando anche qualche grammo di energia, in vista delle prove che ci attendono….
ce la faremo (!?)
paté di fegatini al melograno
L’idea di avere a che fare con un paté può apparire, considerata a freddo, piuttosto agghiacciante. Troppo complicato, troppo laborioso, troppo difficile, troppo sofisticato per farlo a casa, per farlo da soli, per farlo per la prima volta… sì perché in realtà il nodo è tutto lì: la prima volta…
Se il paté si è fatto almeno una volta si scopre che in realtà è facile e ri-pieno di soddisfazione, a patto, come spesso succede in cucina, di rispettare alcune regole, di quelle basilari, un po’ come le buone maniere e i segreti delle nonne: scegliere bene e pulire meglio i fegatini, non cuocerli troppo evitando di farli seccare, utilizzare eccellenti basi alcoliche per fiammeggiare e infine avere la pazienza di ripassare tutto al setaccio dopo aver frullato.
Tutta questa fatica (relativa) per avere il piacere di accompagnare il paté con il melograno perché meglio, e soprattutto più facilmente che il principe e la fanciulla della fiaba i due sapori si sposano magnificamente: l’aspro del frutto e il dolce del fegato, un sapore breve e uno lungo.